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martedì 19 maggio 2009

L'arte della seduzione



Casanova amava dire che dentro al suo cuore c’era troppo amore per una sola donna. Sembra una bella frase, detta così. Una di quelle massime da citare all’occorrenza, quando hai già buttato a mare ogni ancora di salvezza e non ti resta più nulla dove aggrapparti. Ma quando vedi le donne di Manara finisci per dare un senso compiuto a queste parole. E capisci che la bellezza ti spinge fuori dall’anima un incontenibile desiderio di possesso. Perché le donne di Manara, come tutte le più belle cose che ci sono a questo mondo, ti tormentano allo stesso modo della febbre che sale in una notte d’estate.
Dopo che le hai viste per la prima volta, le cerchi in ogni angolo di strada sperando d’incrociare il loro sguardo. Hai voglia di perderti negli occhi di Claudia e sfiorare le gambe di Valeria nella confusione di un supermercato, ci sono volte che baci il palmo della mano sognando le labbra di Miele. Ci sono momenti in cui vorresti conquistare il loro cuore, fare tutto ciò che fece Orlando per avere a sé la bella Angelica. Altri attimi in cui invece, abbandoni le armi e l’amor cortese e ti resta soltanto la voglia di portarle fuori a cena, in uno di quei localini alla moda, dove ci sono luci basse che, ti permettono, di allungare la mano sotto il tavolo senza che nessuno ti veda.
Tutto questo perché sono donne bellissime, stelle che brillano di peccato, quelle disegnate da Manara, un signore che ha il pregio di essere uno di quegli intellettuali raffinati che oggi sembrano scomparsi per chissà quale strano scherzo del destino. Uno che quando c’è l’hai vicino ti chiedi perché i grandi come lui hanno il dono dell’umiltà, mentre su questa terra tutte le mezze cartucce volano sempre tre metri sopra il cielo.
Uno che se guardi bene la sua vita è un insieme di pezzi di novecento, tenuti insieme sopra un foglio di carta. Pezzi di storia e di vita consumati insieme a Fellini e Pratt, Almodovar e Jodorowsky. Compagni di strada che emergono dai suoi racconti, pezzi di vita tirati fuori come se venissero portati a galla dall’alta marea. Mentre le sue donne, oggi celebri in tutto il mondo, sono desiderate e sognate come grandi attrici di un tempo, famose come Marylin e la Loren. Accantonate vicino alle grandi dive di ogni epoca. Niente male per uno che le paragona alle attricette di un calendario per camionisti. Niente male davvero.
Peccato soltanto che quelle donne non esistono.

È vero che parla con le sue donnine?

Quando uno disegna intesse sempre un dialogo con il soggetto che sta realizzando, perché il disegno, specialmente di queste donnine, è come una specie di viaggio, un percorso obbligato che si deve fare seguendo delle linee esatte, quasi obbligate. Ogni deviazione della linea è un errore. “Interrogo” il segno, affinchè mi faccia un pochino da navigatore, in maniera tale che la mano segua il percorso immaginato, ma senza esagerare troppo!

I suoi fumetti sono conosciuti in tutto il mondo proprio grazie a loro, le celebri Pin-up. Che ruolo hanno nelle storie?

Le Pin-up hanno una grande tradizione soprattutto in America ed erano le compagne di viaggio degli uomini soli, come i camionisti, che attraversando praterie sterminate per giorni e giorni attaccavano queste figure bellissime nei loro camion, ma potevano essere anche le compagne dei militari, da sempre i soldati si sono attaccati delle immagini sulle brande o negli accampamenti. Quando quello che fai può avere un ruolo socialmente utile è sempre una benedizione, per cui vale sempre la pena di farlo.

Chi sono le Pin-up?

Sono delle ragazze di buona famiglia, le ragazze della porta accanto che, per un caso fortuito come un colpo di vento, un chiodo malandrino messo male oppure un cagnolino dispettoso si trovano a rivelare le proprie nudità. Ma questo dipende dall’epoca; in certi casi le nudità erano solo le caviglie, queste Pin-up erano sempre delle ragazze molto assennate che in certi casi si trovavano coinvolte in situazioni strane. Io ho voluto conservare questo spirito che è certamente malizioso, però contemporaneamente è anche molto rispettoso della personalità di queste ragazze.

Lei ha avuto la fortuna di conoscere, e lavorare insieme ad Hugo Pratt e Federico Fellini. Che ricorda conserva di entrambi?

Ho un ricordo vivissimo ed attualissimo, per me è come se fossero morti ieri, addirittura, in certi casi, è come se ci fossero ancora. La cosa strana è il fatto che tu li abbia citati insieme, questo mi fa venire in mente un episodio particolare: nel ‘95, un anno dopo la morte di Fellini, a Roma, c’è stato uno spettacolo per celebrarlo, di cui io ne avevo fatto le scene e i costumi. Questo spettacolo è andato in scena il 20 agosto. Proprio quel giorno è morto Hugo Pratt. Entrambi sono stati accomunati da strani fenomeni. Il ricordo… c’è un ricordo di tipo pubblico, le loro opere, i film, i fumetti, che appartengono tutti. Naturalmente, avendo avuto il privelegio di conoscerli, e di aver lavorato insieme, i ricordi sono tanti e si possono soltanto immaginare.

[Un ringraziamento particolare a Janine Cukierman, agente del Maestro Manara, che con la sua gentilezza ci ha permesso questa bella intervista.]

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SexyHearts - single sexy con il cuore

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