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mercoledì 10 marzo 2010

Il Cohousing ( coabitazione )

 

 

Il Cohousing ( coabitazione )

Anche in Italia è arrivato il cohousing, tradotto letteralmente dall'inglese “co-abitazione”. Condividere spazi comuni per reciproco vantaggio.


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Dal Nord Europa è arrivato questo nuovo fenomeno del cohousing: 20 o 30 famiglie, ma a volte anche un numero inferiore, decidono di condividere degli spazi comuni, ad esempio il giardino, una palestra, la lavanderia nella zona caldaia,ecc. Famiglie estremamente attive che si impegnano in prima persona ad agire in comunità, cioè allontanarsi da quella visone e realtà che caratterizza i nostri condomini e che è peculiare delle nostre città, ovvero persone che vive nello stesso edificio e che a malapena si saluta e si racconta del “tempo che fa” in ascensore, giusto per rompere l’imbarazzante silenzio.
Dalle ricerche sociologiche moderne si ha evidenza che il fenomeno del cohousing nasce in Danimarca negli anni Sessanta, si diffonde quindi in Svezia, poi in Olanda e in Germania, per poi arrivare sino a noi.
Progetto cohausing
Per fare cohousing è necessaria la buona volontà, la voglia di mettersi in gioco, di dedicare del tempo agli altri, di condividere appunto una parte della propria vita con la comunità che vive attorno a noi!
Nascono così spontaneamente attività di supporto quali ad esempio asili nidi a conduzione familiare, sale per utilizzare in condivisione i computer e magari insegnare ai meno giovani come si legge la posta elettronica e come si naviga nel web, assistere persone bisognose, anziane o malate, prestare la propria auto (car sharing), ecc. Tutte azioni concrete che si evidenziano nel quotidiano.
Pensate un solo secondo a ciò che accadeva qualche decennio fa, ad esempio nelle comunità contadine, chiuse in quegli enormi casolari o cascine il cui perimetro era saggiamente chiuso fino a formare un quadrato, in cui più famiglie vivevano e Spazio cohousingcondividevano lo stesso cortile. Erano pronte a prestarsi beni di prima necessità, scambiarsi i vestiti o le scarpe per i bambini, ad aiutarsi nell’assistenza delle persone più anziane quando era ancora lontana la figura della badante. Quindi in fondo non si deve cercare troppo lontano, perché si tratta di concetti storicamente antichi, forse solo dimenticati, accantonati, da rispolverare. Certo un tempo il locale lavanderia da condividere non c’era e i panni si lavavano al fiume, tornando con le mani livide e dolenti, oppure il giardino era l’orto, ma tutto sommato sono meccanismi che a mio avviso stanno semplicemente tornando, con la saggezza di un tempo, rivisitate in un contesto di modernità.

Il cohousing è anche altro, è ad esempio la possibilità di acquistare casa insieme ad altre persone, ad esempio affidandosi direttamente alle cooperative, dove un gruppo di amici decide di acquistare insieme un lotto o un appezzamento di terra ad un prezzo vantaggioso su cui incarica la cooperativa di costruire. Esiste una vera e propria folta cerchia di persone, circa 9.000, iscritte al sito Cohousing.it e pronte ad iniziare questo tipo di avventura.
AssembleaSi tratta di una scelta non semplice, se pensate che a volte è già difficile convivere con una sola persona! In questo caso si devono decidere a priori e prima di qualsiasi scelta concreta, delle regole. Chi entra dopo, cioè non è tra i primi partecipanti, deve necessariamente seguire ciò che è stato deciso e adattarsi, senza porre nuovi paletti o cambiamenti, pena la non accettazione nel gruppo.

Tutto questo mi fa venire in mente, anche se molto lontanamente, il bellissimo romanzo Il signore delle mosche di Golding, o l’altrettanto intrigante e inquietante film The Beach con Leonardo di Caprio, in cui in effetti si ha un riferimento al prima citato romanzo, dove una neo-comunità accettava o meno i nuovi arrivati, e purtroppo ciò che esulava da determinate regole non veniva radicalmente accettato.
Insomma non è tutto oro ciò che luccica, e anche in questo caso è possibile dire che l’idea è davvero buona e meritevole di attenzione, ma gli elementi da considerare per la sua buona riuscita sono davvero molti: da quelli burocratici e amministrativi fino a quelli relazionali e di pura convivenza. Certo la questione economica atta al risparmio al momento dell’acquisto (fino al 15%) è da tenere presente, soprattutto in questi periodi di crisi, così come ad esempio la possibilità di autogestirsi per la pulizia e l’organizzazione condominiale. Tutto è legato alla buona relazione tra condomini e alle regole Legame di amiciziachiare e semplici che vanno poste e rispettate.
Leggendo alcune testimonianze, emergono la bellezza ed il fascino di alcune scelte di cohousing, dove ad esempio alcune comunità hanno scelto di dedicare uno degli spazi comuni per gestire piccole riparazioni, orti familiari, tutte iniziative che fanno risparmiare tanti soldini e, se gestite in serenità, creano anche saldi legami a livello umano.
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mercoledì 3 marzo 2010

ECCO LA STORIA DELL ' 8 MARZO , FESTA DELLE DONNE .........




La festa della donna ha la sua origine all'inizio del XX secolo quando un gruppo di operaie ha fatto sciopero per protestare contro le loro condizioni lavorative.


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L'origine della Festa dell'8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l'8 Marzo che la proprietà dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire dalla stessa.
Un incendio ferì mortalmente 129 operaie, tra cui anche delle italiane, donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro.

Tra di loro vi erano molte immigrate, tra cui anche delle donne italiane che, come le altre, cercavano di migliorare la loro condizione di vita. L'8 marzo assunse col tempo un'importanza mondiale, diventando il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e il punto di partenza per il riscatto della propria dignità.

L'8 Marzo è quindi il ricordo di quella triste giornata.
Non è una "festa" ma piuttosto una ricorrenza da riproporre ogni anno come segno indelebile di quanto accaduto il secolo scorso.



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Musica per i vostri gatti .....


Sembra incredibile ma è proprio così
 i gatti hanno dei veri e propri gusti musicali 
è questa la conclusione cui sono giunti
 dopo anni di studi un violoncellista americano
 e uno studioso di psicologia 
dell’Università del Wisconsin.

 Ma scopriamone di più!


David Teie violoncellista americano della National Symphony Orchestra, insieme a Charles T. Snowden, psicologo dell’University of Wisconsin, ha effettuato degli studi sul comportamento degli animali durante l’ascolto della musica.

I due studiosi hanno rilevato che alcuni suoni normalmente graditi agli esseri umani non sono invece apprezzati dagli animali che preferiscono al contrario altre sinfonie musicali, e in particolare i gatti hanno gusti decisamente particolari.

La musica che i gatti amano deve rigorosamente rispondere a delle precise regole armoniche, quella che apprezzano maggiormente sono i fruscii che ricordano il suono dell’allattamento, poi le sonorità più allegre di versi di animali e in particolare i cinguettii che stimolano positivamente i felini e infine il suono delle fusa che suscita vivide emozioni ai micini.


Il violoncellista americano che ha pubblicato i suoi studi lo scorso settembre nel Biology Letters of the Royal Society ha analizzato dapprima le scimmie Tamarin facendo loro ascoltare quattro tipi diversi di sinfonie composte appositamente per i mammiferi. Dallo studio è emerso che le scimmie all’ascolto delle ballate si sono rilassate, mentre con le musiche più ritmate si sono agitate. Da ciò è nata la decisione del musicista americano di comporre musica esclusivamente per animali, e la scelta è caduta per la prima prova sui gatti perché essendo degli animali domestici molto diffusi, è possibile osservare da vicino le loro reazioni anche perché David Teie ha impegnato gli stessi padroni dei simpatici felini a monitorare la reazione di mici all’ascolto della musica.

Il progetto musicale realizzato da David Teie e Charles Snowden si chiama “Music for Cats” e consiste in un cd con una suite di brani composti dallo stesso violoncellista americano esclusivamente per i gatti.

Nel cd per i gatti troviamo:

•cinguettii
•suoni che sono simili al fruscio delle foglie
•musiche cosiddette “Kitty ditties” che sono adatte per i micini
•“cats ballads” per i gatti adulti
•“feline airs” che sono registrate con strumenti tradizionali e voci umane per creare una comunicazione vocale felina che attiri l’interesse dei nostri amici gatti.

Il prossimo obiettivo del musicista David Teie è realizzare una musica ad ultrasuoni, per ricreare alcuni tipi di versi come lo squittire del topo e stimolare quindi negli animali reazioni come l’aggressività e l’istinto di caccia.
L’intenzione dello studioso è pure quella di estendere il progetto nel prossimo futuro anche ad altri animali come cani e cavalli, cercando di creare delle musiche e dei suoni capaci di risvegliare il loro interesse e l’istinto proprio della natura animale.

Il lavoro e gli studi di David Teie e Charles T. Snowden sono stati apprezzati da molte persone amanti degli animali e non, tanto che il New York Times l’ha inserito tra le migliori idee dello scorso anno.

leggi anke
http://cipiri21.blogspot.it/2012/03/il-gatto-nero-porta-sfortuna.html




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