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lunedì 28 marzo 2011

Acerola


Acerola

Pianta arbustiva sempreverde, originaria delle Indie Occidentali, che si trova anche in America meridionale, in Florida e nel Texas. I frutti dell’Acerola sono ricchissimi di vitamina C, acidi organici e sali minerali. Viene consigliata in caso di intensa attività sportiva, gravidanza, allattamento, sindromi influenzali e raffreddori. Particolarmente indicata per i fumatori che hanno bisogno di un maggiore apporto di vitamina C

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venerdì 25 marzo 2011

QUESTA DOMENICA FINALMENTE TORNERA' L'UNICA COSA LEGALE DI QUESTO PAESE L'ORA




QUESTA DOMENICA FINALMENTE TORNERA'

L'UNICA COSA LEGALE DI QUESTO PAESE

L'ORA



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Vivo a Milano 2, in un quartiere costruito dal Presidente


Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento



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QUANDO IL NANO CON LO ZERBINO IN TESTA ERA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Vivo a Milano 2, in un quartiere costruito dal Presidente del Consiglio. Lavoro a Milano in un’azienda di cui è principale azionista il Presidente del Consiglio. Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco a lavoro è... del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale di cui è proprietario il Presidente del Consiglio. Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio. Al pomeriggio, quando esco dal lavoro, vado a far la spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio. Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio, e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio: questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio. Se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Seguo molto il calcio, e faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario. Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Quando mi stufo navigo un po’ in internet, con provider del Presidente del Consiglio. Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio. Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse, per fortuna!

Autore Anonimo



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mercoledì 23 marzo 2011

Svizzera a corto di donatori di seme: 4.500 euro agli italiani che andranno a donarlo



Svizzera a corto di donatori di seme:

 4.500 euro agli italiani 

che andranno a donarlo!


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La Svizzera ha le cliniche per la fertilità a corto di donatori di seme.

Pessima notizia per tutti coloro che dopo l’istituzione della nuova legge sulla fecondazione assistita, che limita a 8 il numero di figli ottenibili da un donatore e ne ha abolito l’anonimato, speravano di coronare il sogno di poter avere molti ma molti figli ma soprattutto di conoscere il padre della loro prole con conseguenze più o meno devastanti (vi consiglio a tale proposito la visione del film “I ragazzi stanno bene” uscito da poco nelle sale per capire le conseguenze che può avere questa legge).

E così è allarme, nessuno più si propone come donatore tanto è vero che Luca Jelmoni, direttore del centro ProCrea di Lugano, ha fatto un appello per ricercare “…almeno una cinquantina di donatori locali ogni anno“.. perchè ha spiegato che se ne fatica persino ad averne una dozzina. E chi meglio dei vicini Italiani, focosi e passionali amanti da sempre potrebbe risolvere la situazione? Ma cosa dare in cambio ai donatori per incentivare la campagna di raccolta??? Semplice: una lauta ricompensa!!! Ebbene sì, a chi affronterà il viaggio fino in Svizzera e donerà il proprio seme saranno dati ben 5 mila franchi svizzeri, l’equivalente di quasi 4.500 euro.


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Kit di sopravvivenza per incidente nucleare


Kit di sopravvivenza.

 

Francia informa sul protocollo da seguire

 

in caso di incidente nucleare

 

Dopo l'immane catastrofe che ha colpito il Giappone in molti hanno cominciato la caccia ai kit di sopravvivenza. In questi giorni il portale interministeriale francese affronta la questione e risponde in misura dettagliata a tutte le possibili domande sui rischi sanitari, iodoprofilassi e cosi via. Informa inoltre che in caso di incidenti in Francia ha già provveduto a distribuire le compresse di ioduro di potassio alla popolazione residente entro un raggio di 10 chilometri dai siti nucleari e che ha già predisposto una stock di 120 milioni di compresse in grado di proteggere tutta la popolazione francese. C'è anche una sezione con un vademecum per la sopravvivenza immediata con la voce «State pronti» (Qui trovate la guida in pdf) e l'immagine di un zainetto della Croce Rossa: è il kit di prima risposta per sopravvivere.
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Il kit di prima risposta
Le autorità francesi consigliano un kit mobile di prima risposta da tenere sempre pronto in caso di evacuazione così composto: acqua (sei litri per persona in piccole bottiglie; alimenti di emergenza che richiedono poca acqua, come barrette, frutta secca, conserve; utensili di base come un coltello tascabile multifunzione e un apribottiglie; una pila tascabile con pile di ricambio o pila a manovella; fiammiferi e accendino; radio con pile o batterie; valigetta di pronto soccorso con cerotti, alcol, paracetamolo, disinfettante intestinale, disinfettante per la mani, ecc; copia delle chiavi di casa e di quelle dell'auto. All'ultimo momento, prima dell'evacuazione, aggiungere telefono portatile, carta di credito e denaro, medicinali abituali. Ricordarsi di verificare periodicamente la data di scadenza dei cibi e dei medicinali per non trovarsi nel momento di necessità con un kit inutilizzabile .

Fonte ilSole24Ore


Al riguardo dalla collaborazione con la famosa GERBER, Bear Grylls ex militare SAS (Special Air Service è la principale forza speciale del Regno Unito e uno dei corpi più elitari del mondo) che tutti conosciamo per la serie televisiva "L'ultimo sopravvissuto" ha firmato una linea di oggetti per il survival, l'avventura, la caccia, la pesca, l'outdoor ed il divertimento. Il Survival Basik kit, realizzato in una busta di Nylon ripstop, è un piccolo kit di base che come raccomanda Bear:" infilatelo nello zaino come ultima risorsa e sperate di non doverlo mai utilizzare, in caso di emergenza però potrebbe salvarvi la vita".

CONTENUTO:
Coltello Gerber Mini-Paraframe
Fischietto di emergenza per segnalazioni
Acciarino accendi fuoco
Fiammiferi antivento
Filo di rame e corda di emergenza
Fire starter chimico

Per chi fosse interessato il kit si trova online a meno di 30€.


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L'origine dei Monaci Guerrieri



L'origine dei Monaci Guerrieri


Fu probabilmente il 1119 l’anno di fondazione dell’Ordine, data di presentazione dei cavalieri al Re di Gerusalemme Baldovino II, al quale avrebbero dichiarato di essere disposti a proteggere i pellegrini lungo le pericolose strada tra Jaffa, dove essi approdavano sulla costa palestinese, e Gerusalemme.
Baldovino diede loro come alloggi un'ala della parte orientale del proprio palazzo, situato nell’area che si pensava avesse ospitato il Tempio di Salomone, accanto all’antica moschea di Al-Aqsa.
Fu in questo primo periodo che il nome di "Poveri Soldati di Cristo" si arricchì della dicitura “e del tempio di Salomone", per essere poi semplicemente abbreviato con il termine "Templari".
I Cavalieri erano laici che avevano promesso di vivere in obbedienza, povertà e castità, secondo la regola di Sant’Agostino. Non indossavano alcun indumento religioso particolare. A nutrirli pensava il re, il Patriarca di Gerusalemme e l’alto clero.
Il primo sigillo del nuovo Ordine rappresentava da una parte la Cupola della Roccia e dall'altra due cavalieri su un cavallo, a simboleggiare la povertà e la fratellanza che professavano.
In questo periodo i Templari incontrarono grandi difficoltà, sia dal punto di vista militare (erano pochi) che da quello economico, e sembra che stessero per abbandonare il loro compito.
Divenne perciò necessario trovare una posizione chiara e precisa tra i tanti ordini cavallereschi che avevano preso le armi.
Nel 1127 Hugues de Payns, futuro primo maestro del Tempio, accompagnato da alcuni cavalieri, tornò in Occidente con vari obbiettivi:
-dare all'Ordine una regola accettata ufficialmente dalla Chiesa;
-ottenere finanziamenti;
-arruolare volontari.
Il viaggio durò tre anni, e probabilmente Hugues passò anche da Roma da papa Onorio II, per poi recarsi in Francia a Troyes all’incontro che avrebbe reso immortali i Templari.
Al Concilio, che nel 1128 si tenne nella località francese, parteciparono il cardinale Matteo d'Albano, legato del papa in Francia, gli arcivescovi di Reims e di Sens, e numerosi abati. Assistettero all’assemblea anche autorità laiche come il conte di Champagne e il conte di Nevers.
Si doveva redigere un regolamento che, tenendo conto delle particolari situazioni della Terrasanta, garantisse ai Cavalieri Templari sia vita religiosa che vita militare.
L’incarico di sviluppare questo statuto fu assunto da Bernard de Clairvaux (Bernardo di Chiaravalle) uno dei più importanti uomini religiosi del tempo, già promotore dell’Ordine monastico cistercense, i cui ideali inneggiavano al lavoro manuale e alla vita di solitudine, rifiutando il potere e la ricchezza.
L’abate Bernardo (futuro santo), soprannominato "Doctor Mellifluus" per la sua eloquenza, sottoponendo al concilio l’approvazione della Regola l’accompagnò di un proclama elogiativo all'Ordine: "De laude novae militiate".
La figura di monaco-guerriero istituzionalizzata con sigillo papale nel Concilio di Troyes fu rivoluzionaria, e San Bernardo riuscì magistralmente a scavalcare la tradizionale classificazione sociale formata da: Bellatores (coloro che combattevano), Oratores (coloro che pregavano) e Laboratores (coloro che lavoravano), riunendo le funzioni di preghiera e combattimento in un’unica figura.
Dall’emanazione della regola, e fino alla soppressione dell’Ordine (1312), grazie agli scritti di San Bernardo e alle ingenti donazioni ricevute, i Templari diventarono l’organizzazione più popolare e potente di quel tempo.


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lunedì 21 marzo 2011

non dovremmo vietare il burqa



  non dovremmo vietare il burqa

Mi è sempre piaciuta Martha Nussbaum. In foto sembra una bellissima signora perfettamente anglosassone, e la sua scrittura è sempre lucida e razionalmente spiazzante. D’altra parte è uno dei maggiori filosofi viventi e una pensatrice a cui non servono dotte elucubrazioni e pensose citazioni per trasmettere la profondità del proprio pensiero. Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di leggere un suo intervento sul New York Times dal titolo “Minacce velate”, ripubblicato da Internazionale.
Con questo articolo intendo riproporvi il succo della sua riflessione perché fa pensare e, soprattutto su certi temi, pensare è necessario, prima di parlare o, peggio, di agire.
Il tema è quello della proibizione del burqa, oggetto di interventi legislativi in molti paesi occidentali. La questione ha a che fare con il tema della libertà nelle nostre società dove la legislazione, non ce lo scordiamo, è espressione del pensiero di una maggioranza ma dove la tutela dei pensieri e delle azioni minoritarie è la cartina tornasole della loro credibilità democratica.
Dice Nussbaum che i primi due argomenti usati dai proibizionisti sono: (1) “il volto deve essere lasciato scoperto per motivi di sicurezza“; (2) “la copertura del viso impedisce la reciprocità e la relazione“. Coerenza vorrebbe che tali affermazioni valessero anche per chi si copre per il freddo gelido dell’inverno o per chi deve coprirsi per motivi professionali. Logica vorrebbe che il divieto valesse sempre, e invece così non è, perché il problema non è il volto coperto ma il fatto che quel volto appartenga a persone musulmane. Una terza argomentazione porta a proprio sostegno il fatto che (3) “il burqa sarebbe un segno della dominazione maschile che concepisce la donna come oggetto“. Sempre coerenza vorrebbe che anche buona parte della pubblicità, la chirurgia estetica e i jeans attillati venissero banditi per legge, mentre sono ampiamente tollerati. Il problema del sessismo esiste e permea la nostra quotidianità, ma il burqa sembra non essere il primo dei problemi su questo versante. Vi è poi l’argomento della costrizione (4). Tale argomento però mal si presta a una generalizzazione, perché sarebbe necessario verificare caso per caso se questo corrisponda al vero e, soprattutto, perché la non costrizione presupporrebbe una reale possibilità di scelta e consapevolezza. Quest’ultima non spunterebbe magicamente da una legge che imponesse di non indossare il burqa, ma dallo sviluppo di istruzione e opportunità professionali e sociali e, quindi, da serie politiche utili non solo alle donne musulmane ma anche a tutte coloro che subiscono, ogni giorno, forme di coercizione e violenza nelle nostre famiglie “senza veli”. Infine, vi è l’argomento estetico (5): il burqa è scomodo, impedisce liberi movimenti. Beh, che dire dei tacchi a spillo?
Il nocciolo della riflessione di Nussbaum è che una società democratica e liberale dovrebbe affrontare il tema centrale della libertà di scelta e di coscienza partendo dalla rimozione degli ostacoli economici, culturali e sociali, che ne impediscono l’esercizio, e non dalla proibizione di forme espressive esteriori. In questo senso non è incoerente la sua giustificazione della proibizione del velo in Turchia. Lì la ragione che ha portato, tempo fa, a quella decisione era la difesa della minoranza di donne che non portandolo erano oggetto di violenza e discriminazione. Con quell’intervento legislativo si è protetta una minoranza nel nome di un interesse pubblico più ampio. Il problema non è il velo ma la possibilità di ognuno di cercare la propria strada verso la realizzazione personale: in democrazia lo si affronta con l’esempio e la persuasione, non con la restrizione degli spazi di libertà.

  a cura di CAMMINANDOSCALZI.IT

LEGGI ANCHE     http://cipiri.blogspot.it/2015/12/il-velo-e-illegale-in-italia.html


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mercoledì 16 marzo 2011

Negli anni 80 questo logo lo usavo ...


Negli anni 80 questo logo lo usavo come toppa sui jeans, come adesivo sul vespon...e, come spilletta ovunque.... pensavo che una volta vinto il referendum non ne avremmo più sentito parlare, ed invece......

http://cipiri6.blogspot.com/2011/03/il-nucleare-non-e-unopinione.html


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mercoledì 9 marzo 2011

Concorso Imago , il volontariato chiede di te


Concorso Imago del Comicon ,

il volontariato chiede di te 

IMAGO 2011 AL VIA!

I WANT YOU! Il volontariato chiede di te!
Riparte il concorso di fumetto e grafica IMAGO quest'anno dedicato al tema del volontariato.

Il BANDO è scaricabile alla fine di questa pagina.

Il concorso di fumetto e grafica IMAGO è realizzato in collaborazione con la Municipalità 5 di Napoli e il Consiglio Junior.

Partner di questa edizione sono Campania Artecard, GameCon - Salone del Gioco e Videogioco, Scuola Italiana di Comix, ILAS, BAO Publishing, F.lli Amodio Cartoleria.

Per INFORMAZIONI:


Pronti per un nuovo ed illustre concorso di fumetto e grafica?
Manca poco alla XIII edizione del Salone Internazionale del Fumetto Comicon (29 aprile/1 maggio – Castel Sant’Elmo Napoli). All’interno di questo atteso evento si svolgerà il concorso di fumetto e grafica per le scuole chiamato Imago. Il tema delle opere di quest’anno è I want you – Il volontariato chiede di te. È possibile una società senza solidarietà attiva?. Gli studenti di istituti scolastici di ogni ordine e grado e tutti gli appassionati di disegno, illustrazione e grafica non professionisti sono chiamati a partecipare a questo concorso organizzato dall’associazione Imago in collaborazione con Napoli Comicon e Rossitecnica.
Sul comunicato ufficiale dell’organizzazione leggiamo un dettaglio fondamentale: “tutti i partecipanti dovranno utilizzare la loro creatività per riflettere sull’importanza del volontariato, inteso come gesto altruistico che diventa azione concreta e far pervenire agli organizzatori le loro opere entro il 15 aprile 2011 alle ore 19”. La premiazione ufficiale avverà sul palco dell’Auditorium di Castel Sant’Elmo a Napoli, domenica 1 maggio. Siete interessati? Fiondatevi sul portale ufficiale del Comicon per scaricare il Bando!

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martedì 8 marzo 2011

la mimosa, ecco come piantarla




la mimosa, ecco come piantarla



8 Marzo  Giornata Internazionale della donna 

- in tutta Italia verranno venduti migliaia di mazzetti di mimosa, simbolo scelto per contraddistinguere e festeggiare questa ricorrenza. Ma che fine faranno, una volta passata la festa? La maggior parte verrà lasciata seccare e poi gettata. Ecco  alcuni trucchi per creare dal mazzetto, ricevuto in regalo, la vostra pianta di mimosa tutta da coltivare.

Forse, non tutti sanno che la mimosa è un'acacia e più precisamente L'Acacea Dealbata. Appartiene alla famiglia delle mimosaceae ed è una pianta originaria dell'Isola di Tasmania in Australia dove raggiunge i 30 m di altezza. I primi esemplari furono importati in Europa nel XIX secolo. Qui in Italia, trovano una situazione di crescita ottimale nelle zone della fascia litoranea temperata calda su terreni fertili, umidi, ben drenati e tendenzialmente acidi.

E' una pianta arbustiva sempreverde e risulta estremamente sensibile ai freddi e alle alte temperature estive. Può quindi essere coltivata in climi tendenzialmente miti, dove nella stagione fredda la temperatura non deve mai scendere sotto i -10°. Fiorisce da febbraio ad aprile a seconda delle condizioni climatiche. Può essere tenuta in vaso, sul balcone o in casa, alla luce del sole, ma lontano da fonti di calore come i termosifoni e ben riparata dal vento. Richiede un terreno acido, umido ma drenante. Va annaffiata moderatamente in autunno ed in inverno ed abbondantemente nei mesi estivi.

Il periodo migliore per la messa a dimora delle piante è da ottobre a marzo.

Per i primi anni di vita la pianta di mimosa dovrà essere potata costantemente e solo successivamente si potrà non potarla o farlo solo dopo la fioritura.


Ma torniamo a noi e al modo per realizzare delle talee dai vostri mazzetti di mimosa.

La talea è un metodo di propagazione molto utilizzato, in quanto ci offre notevoli vantaggi: radica con grande facilità, necessita di pochi accorgimenti per avere successo, se ne possono ottenere molteplici anche da una pianta piccola e non ultimo crea un "clone" perfettamente identico alla pianta madre. Si possono produrre diversi tipi di talee a seconda del periodo dell'anno e della pianta che vogliamo riprodurre anche se in genere ogni pianta mostra di radicare in modo più o meno rapido a seconda del tipo di talee che andremo a prelevare: ad esempio i gerani radicano molto facilmente per talea erbacea mentre per le rose le più adatte sono sicuramente le legnose o semilegnose.

Nel nostro caso useremo talee molto giovani in quanto ottenute da rami verdi. Vediamo nel dettaglio di quale attrezzatura avremo bisogno:

* - coltello da innesto o cesoie da potatura
* - torba
* - sabbia
* - un fungicida
* - vasi di plastica o meglio bottiglie di plastica trasparente

Iniziamo con il prelevare le talee dai rami del nostro mazzo. Dovranno avere una lunghezza di circa 5-15 cm ed essere tagliate nettamente subito sotto una gemma, con un taglio obliquo, senza sbavature. Per questo motivo useremo un coltello da innesto ben affilato o una cesoia da potatura.

Un buon metodo per decidere la lunghezza finale delle nostre talee sarà quello di contare i nodi presenti sul ramo assicurandoci che ce ne siano almeno tre.

Fatto questo bisognerà asportare le foglie presenti, recidendone il picciolo, per almeno i due terzi della lunghezza della nostra talea partendo dalla base e lasciando esclusivamente qualche foglia apicale. Questo ci permetterà di interrare perfettamente nel substrato di radicazione le nostre talee e ne diminuirà sensibilmente la superficie traspirante diminuendo drasticamente la dispersione idrica.

Solitamente per favorirne la radicazione delle talee si consiglia l'utilizzo di ormoni radicanti, venduti sia in forma liquida che in polvere. Noi ne sconsigliamo però l'utilizzo trattandosi di sostanze di sintesi chimica che simulano la presenza di grosse quantità di concime attivo. Quindi si limitano a stimolare una naturale potenzialità del vegetale a produrre radici in presenza di terreno concimato e dunque è possibile tranquillamente farne a meno visto che trattandosi di sostanze acide o saline particolari frutto delle componenti di trasformazione del concime, possono risultare spesso sostanze tossiche.

Le nostre talee sono ora pronte, ma vediamo come preparare il substrato che dovrà essere molto soffice e leggero per consentire uno sviluppo delle radici privo di ostacoli, una buona aerazione delle stesse permettendo di mantenere un buon tasso di umidità.

Un buon terriccio per la radicazione sarà costituito da una parte di torba ben sminuzzata e da una parte uguale di sabbia di fiume ben lavata. Una volta mescolate insieme si dovrà aggiungere al composto una piccola quantità di perlite per aumentarne la capacità di areazione. Infine per essere sicuri che il terriccio mantenga un buon grado di umidità si potrà aggiungere un 15-20% di vermiculite o di corteccia di pino finemente triturata.

Ora possiamo riempire i nostri vasi, o ancora meglio delle bottiglie di plastica trasparente opportunamente tagliate per il nostro scopo, con il substrato radicale appena preparato.

Non ci resta che porre le nostre talee nei contenitori interrandole per almeno i due terzi della lunghezza facendo molta attenzione alla polarità del ramo, inserendole quindi con la parte basale in basso. In caso di dubbi c'è un trucco molto semplice; basterà osservare le gemme che sono sempre rivolte verso l'apice del ramo.

Dopo aver piantato le nostre talee ed aver premuto il terriccio circostante con le dita possiamo innaffiare abbondantemente e ricoprire il recipiente con un sacchetto di plastica, tipo quello per surgelati, così da controllare l'evaporazione e garantire alle giovani talee un ambiente saturo di umidità. I contenitori andranno poi collocati in una posizione luminosa, in un luogo riparato dal freddo e dal vento. Una volta che l'apparato radicale delle nostre talee sarà ben sviluppato queste potranno essere collocate in un vaso più grande e dopo almeno due anni, potranno essere messe a dimora.

Non mi resta che augurarvi una "buona crescita"



LEGGI TUTTO SULL' 8 MARZO



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lunedì 7 marzo 2011

L’unico modo per sopravvivere è quello di spegnere la televisione


L’unico modo per sopravvivere
è quello di spegnere la televisione 



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Ma tutti questi milioni di italiani che affollano i divani e si accalcano davanti ai loro mega impianti dolby per vedersi fiction, tg-fiction e reality-fiction, come fanno?
È possibile che veramente siano interessati a quelle cose che si vedono e si sentono? È possibile che uno Sgarbi faccia alzare l’audience quando dovrebbe nauseare? E non ditemi che è una persona colta, perchè una vera persona colta non fa il pagliaccio in televisione. Ma ho fatto il suo nome perchè tutto sommato, con i suoi tormentoni (capra, culattoni raccomandati) riesce a farsi ricordare per cose dementi e demenziali.
 
Questo è un argomento trito e ritrito, ma forse è ritrito male.
Ragazzi miei, uomini e donne, amici di maria ma non solo, parliamoci chiaro: è inammissibile che in televisione bazzichino personaggi come Licio Gelli, Moggi, Platinette, Signorini, che parlano osannati dai servetti e dalle servette-starlette di passaggio, passaggio di mano e di macchina verso serate all’insegna della prostiperdizione e della morte delle dignità.
È noioso ed inutile far parlare politici decrepiti e immorali su questioni importanti e fondamentali per il futuro del Paese, politici che passano piu’ tempo alle cene mondane e in tv invece che in Parlamento o in studio a decidere quali possano essere le migliori scelte per il nostro Paese. Politici che fanno ricorso al lifting più che alla lettura e alla cocaina più che al dialogo costruttivo..
Ma mi scoccia anche citarli.
È deleterio che vengano trasmesse pubblicità dove dio (quel famoso dio bianco e buono e giusto che vive in cielo) si fa corrompere per un caffè, dove a qualsiasi cosa (antipulci, succhi di frutta, colla, francobolli e articoli da tabagismo) vengano associate sempre ragazze seminude ed ammiccanti.. il fatto che questo sia il sistema più usato per l’attrazione verso un prodotto la dice lunga sul livello culturale del Paese.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
È deprimente scoprire che i migliori programmi sono 
trasmessi ad orari improbabili, che per mandare certi messaggi bisogna fare programmi incomprensibili ai più tipo blob, che i programmi migliori culturalmente devono essere soggetti sempre a critiche o a stroncature. Mi viene in mente il programma di Baricco di molti anni fa ormai, che si chiamava.. non mi ricordo più, ma giusto perché non se ne è piu’ parlato e non hanno fatto repliche mille anni consecutivi come le isole dei resuscitati e i grandi fratelli di secondo letto.
 
 
Pero’ era veramente serio, ma serio.
Allora ecco che interviene la pay-tv dove si puo’ avere tutto, programmi assurdi, documentari inutili, partite di tutto il mondo, approfondimenti su sport mai immaginati pagando ancora.
Ma pagando in che termini?
Il fatto di avere Rai e Mediaset come reti “nazionalpopolari”, a parte il canone, ci sta costando molto:  il futuro dei nostri pargoli e il presente delle nostre pargolette mani, ormai tese ad arraffare soldi e toccare corpi di volontarie donne oggetto.
Ci sta costando l’abbrutimento della nostra personalità, l’aumento dell’aggressività, della competitività fra civili e fra incivili,
l’appiattimento del discorso culturale, la perdita di valori sani a scapito di quelli insani,  la violenza gratuita e l’amore a pagamento.
Ma non voglio dare tutta la colpa alla televisone ed ai suoi autori, alla fine basta saper scegliere. In Italia ultimamente non si può scegliere molto.
Tutto sommato le reti private regionali danno buoni spunti: film di Totò, i gol del Napoli degli anni di Maradona possono bastare come razione quotidiana di tv.
“Tutto il resto è piscio” (cit.)
 
 
Il molosso

  a cura di CAMMINANDOSCALZI.IT






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