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venerdì 29 aprile 2011

San Precario




La vita di San Precario




PRECARIO SANTO da Preco, instabile; malfermo; senza equilibrio, XXI secolo D.C.
Nelle leggende, santo patrono di sfrattati, poveri, sottooccupati, sfruttati, ricattati, Co.Co.Co, assunti non in regola e dipendenti a termine. Invocato contro liberismo, caporalato, infortunio senza copertura, cooperative e mobbing. Si festeggia il 29 febbraio.


La leggenda di Precario è raccontata nella "Leggenda Aurea", una raccolta di vite di santi scritta nel XXII secolo da Jacopo da Varaggine. Precario era figlio di una famiglia borghese Brianzola e studiò "Finanza creativa" nelle migliori università del nord Italia . All’età di 25 anni decise, in contrasto con la famiglia , di vedere il mondo e di cercarsi lavoro in modo indipendente. Nonostante il padre godesse di ottimi appoggi fra cui l’iscrizione alla "P2" e il "Gladio d’oro" infatti, Precario era molto inquieto perché "Non capiva".


Proprio durante queste sue riflessioni venne a sapere che un tale di Arcore di nome Silvidoro, già in odore di santità aveva ricevuto, pare per intervento divino, i fondi per creare dal nulla tre televisioni. Precario allora si recò in visita al villaggio del profeta dove esso stava fondando un nuovo stile di vita basato sul doppiopetto e sermoni incomprensibili. Costui lo invitò ad una cena di finanziamento e, dopo una minerale gasatissima, gli disse una delle sue famose centurie "E’ facile dire di avere le unghie pulite quando ci si lava i capelli tutti i giorni" . Precario usci dal luogo di pellegrinaggio con 4000 monte d’oro in meno ( la leggenda dice che tanto valesse il banchetto di finanziamento) pieno di speranze pronto per fondare un Club. Ma, sulla via del ritorno, incontrò un gruppetto di manifestanti che stava protestando per la chiusura della fattoria dove lavoravano.


Essi gli dissero che il villaggio sarebbe stato abbandonato e che donne bambini avrebbero dovuto emigrare perché in zona c’erano solo lavori temporanei i quali non garantivano una vita dignitosa. Aggiunsero inoltre che da quando un certo Venerabile Treu aveva, anni prima, fatto nuove leggi, le cose andavano sempre peggio. Precario guardò la folla e pronunciò la sua famosa frase: " Cazzate, mi hanno detto che è solo propaganda filo comunista". Quindi promise che sarebbe tornato al villaggio due anni dopo con un contratto di lavoro e molte monete d’oro. Il tutto, naturalmente, senza avvalersi della famiglia e delle sue potenti conoscenze. Si vestì quindi di sacco e si mise a cercare lavoro. Trovò per prima cosa un impiego in una locanda fast food dove, dopo essersi prostrato per un anno, alla sua richiesta di contratto a tempo indeterminato gli risposero "Bella battuta!". Quindi lavorò in un ipermercato per i successivi cinque mesi dove faceva orari infami per uno stipendio da fame. Vista l’impossibilità di trovare un lavoro decente, decise allora di spiegare agli stolti manifestanti che, nonostante un lavoro precario, si poteva condurre una vita agiata e piene di soddisfazioni.


Progettò di comprare casa e di arredarla ma, già alla prima agenzia immobiliare, gli dissero "No lavoro stabile, no contratto. Lo stesso accadde per i mobili, ma stavolta la riposta fu più dirompente " No lavoro fisso. No finanziamento per Tv color". Precario allora si arrese e, tornato al villaggio, fece la sua pubblica ammenda. Da allora il Santo girovagò per il mondo e si prodigò per gli oppressi e i precari. La sua fama crebbe e molti miracoli furono a lui attribuiti. Il più famoso è sicuramente quello dei prolungamento all’infinito del contratto di un giovane di Barletta e della concessione di infortunio ad una ragazza di Padova, dopo che questa si era ferita durante il lavoro in una cooperativa del nord est.
Nell’arte religiosa moderna San Precario è spesso raffigurato con divise di supermercati o di fast food. Il suo attributo caratteristico e il contratto di lavoro che tiene in mano. Marinnoni ha rappresento il santo sulle vetrate della chiesa di San Paganino, mentre cambia lavoro 7 volte in una giornata. Peyon invece, in un’enorme tela custodita alla fondazione Mappini, lo mostra mentre gli vengono negati, causa mancanza di un lavoro fisso, sia un mutuo che l’acquisto a rate di un televisore. Uber di Tanze Plazze, lo ritrae in alcune fasi della sua vita, per esempio, mentre frigge patatine nel fast food di un centro commerciale.


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