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giovedì 15 febbraio 2018

Florida, la Strage di San Valentino



Florida, la strage di San Valentino. 
Studente Espulso Uccide 17 persone

L’ennesima Strage di Massa 
per le Armi Troppo Facili
Sono 265 milioni le armi in mano a privati, in media più di un pezzo testa se si contano gli americani adulti. La più grande guerra che gli Usa combattono è in casa loro

"A me sembrava proprio uno che avrebbe potuto fare una strage nella scuola". Così una studentessa scampata alla strage nel liceo di Parkland, in Florida, descrive Nikolas Cruz, il 19enne che era stato espulso dalla scuola per motivi disciplinari, che ieri, nel giorno di San Valentino, ha ucciso 17 persone, tra studenti ed adulti, e ne ha ferite 15. Lo sceriffo della contea di Broward, Scott Israel, non ha specificato se Cruz si fosse trasferito in un'altra scuola, ma il liceo di Parkland gli aveva notificato che non gli era più permesso di entrare nella scuola dove ieri si è presentato con diverse armi, compreso un fucile automatico. "Aveva moltissimi caricatori, aveva un fucile Ar-15, non so se ne avesse un secondo", ha detto lo sceriffo. 
Il ragazzo è stato catturato dalla polizia all'esterno dell'edificio. 

Ora gli studenti descrivono Cruz come un ragazzo che un tempo era come tutti gli altri ma che "progressivamente era diventato sempre più strano". "Io mi sono così allontanato da lui", ha raccontato Dakota Mutchler, che era un suo amico ma poi era rimasto sconvolto vedendo che Cruz pubblicava sui social foto di armi, poligoni ed animali uccisi. "Tutti scherzavamo su di lui, dicevamo che lui avrebbe potuto fare una cosa del genere, ed alla fine avevamo ragione, è una follia", ha detto un altro ragazzo alla Cnn. "Era un ragazzo pieno di problemi, aveva le armi perché lo facevano sentire euforico, una volta me le ha mostrate sul telefono, da allora mi sono tenuto lontano da lui", ha ricordato un altro 17enne. Secondo quanto riferito dai media locali il ragazzo si era sottoposto a cure psichiatriche ma da circa un anno non si recava più nelle clinica locale dove era in cura. 

Almeno 17 morti, giovani e adulti. Quindici persone ancora in ospedale. E' questo il bilancio, che potrebbe ulteriormente peggiorare, della sparatoria che nel giorno di San Valentino ha sconvolto una scuola superiore a Parkland, un quartiere ricco di Fort Lauderdale a un'ora di auto da Miami, in Florida. Ad avere aperto il fuoco è stato un ex studente, espulso l'anno scorso dall'istituto scolastico per cattiva condotta. E' stato arrestato 60 minuti dopo la strage, a circa cinque chilometri di distanza dal luogo della strage. Il suo movente resta ancora un mistero ma stando alla ricostruzione dell'Fbi, si era preparato per compiere la tragedia. E sui social media sono emersi materiali definiti dalle autorità "molto, molto sconvolgenti": immagini di un uomo con un fucile come quello usato da lui per uccidere, di varie pistole su un letto, di una rana che pare sia stata uccisa.

I ragazzi erano quasi pronti per lasciare le loro aule e tornare a casa. A rovinare i loro piani ci ha pensato Cruz: armato di un fucile semiautomatico AR-15, di "tanti caricatori", di granate fumogene e con il volto coperto da una maschera antigas, ha aperto il fuoco. Ha iniziato al di fuori della Marjory Stoneman Douglas High School, questo il nome della scuola con circa 3.000 iscritti, dove ha ucciso tre persone incluso un passante. Poi si è recato all'interno dell'edificio e ha fatto scattare l'allarme antincendio cogliendo di sorpresa gli studenti che in giornata avevano già fatto un'esercitazione per prepararsi a potenziali fiamme. Mentre percorreva i corridoi che conosceva bene, Cruz ha riaperto il fuoco mirando contro chi stavano cercando rifugio; così facendo ha strappato la vita a 12 individui; altri due sono poi morti in ospedale. "E' una catastrofe", ha dichiarato lo sceriffo Scott Israel, della contea di Broward. "Non ci sono davvero parole", ha aggiunto alla fine di una giornata tragica in cui ancora prima delle conferme ufficiali del numero dei decessi il presidente americano Donald Trump aveva offerto su Twitter le "condoglianze alle famiglie delle vittime della terribile sparatoria. Nessun bambino, insegnate o chiunque altro dovrebbe mai sentirsi insicuro in una scuola americana". 

Nella sua America "grandiosa" così non è. Dal 2000, ci sono stati oltre 40 episodi chiamati "active shooter", come quello che si è verificato a Parkland quando ieri è stata denunciata la sparatoria ma la persona che aveva aperto il fuoco era ancora a piede libero. Con la tragedia firmata Cruz, tre delle 10 peggiori sparatorie di massa della storia moderna Usa si sono verificate negli ultimi cinque mesi. E l'ultima ha subito riportato alla mente quella a Columbine, una scuola superiore alle porte di Denver (Colorado) dove 12 tra studenti e professori furono uccisi nel 1999. La peggiore per il momento resta quella del dicembre 2012 nella scuola elementare di Sandy Hook a Newtown, in Connecticut; in quell'occasione a morire furono 20 studenti e sei adulti. Mentre si cerca di capire cosa abbia spinto Cruz ad agire, un professore ha riferito al New York Times di avere appreso dagli studenti che il killer era ossessionato da una ragazza nella scuola al punto da farle stalking. Altri lo hanno descritto come un "ragazzo con problemi" che amava mettere in mostra le sue armi (anche a scuola) e la cui madre ha persino chiamato la polizia affinché gli agenti si presentassero alla loro casa per cercare di farlo ragionare. Tra gli studenti pare circolasse una battuta tipo 'se qualcuno apre il fuoco, non può che essere Cruz'. Forse per questo in molti preferivano non avvicinarlo. Stando a un'altra testimonianza, è stato adottato. 

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